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Nella zona orientale del Ciad si vive essenzialmente di agricoltura e allevamento. Tuttavia mancano mezzi tecnici, competenze e convenzioni locali che regolano la gestione del territorio tra pastori e agricoltori. Di conseguenza, l'uso delle risorse naturali è spesso competitivo e conflittuale, tramutandosi in fonte di continui conflitti.
A questa situazione si può aggiungere inoltre una mancanza di conoscenza dei testi che disciplinano la terra, la pastorizia e lo sfruttamento delle risorse naturali, accoppiata con un basso tasso di scolarizzazione e alfabetizzazione delle popolazioni, fattori che contribuiscono ulteriormente ad esacerbare le tensioni tra agricoltura e allevamento.
Infine, tale situazione strutturale è aggravata dalla pressione demografica, in un contesto in cui le infrastrutture, il sistema di sostegno alla produzione zootecnica e ai servizi sanitari pubblici non sono in grado di far fronte alle necessità richieste da un corretto sviluppo del settore pastorizio.
L'azione, sostenuta anche dal Canton Ticino, ha promosso una gestione concertata, sostenibile ed equa delle risorse pastorali attraverso lo sviluppo di meccanismi locali mirati a garantire la sicurezza alimentare della popolazione rurale e migliorare la resilienza delle fasce deboli della popolazione, fra gli altri, giovani e donne.
Più specificamente, il rafforzamento delle capacità (organizzazione di diversi cicli di formazione sulla prevenzione e gestione dei conflitti) è avvenuto sinergicamente su almeno tre livelli: fra le autorità amministrative regionali, a livello dipartimentale e a livello della società civile con un ciclo di formazione dei comitati regionali, dipartimentali e locali sulla prevenzione e gestione dei conflitti a livello cantonale e sotto-settoriale, 2 workshop per le organizzazioni della società civile (divulgazione di testi e meccanismi di gestione pacifica del conflitto), una campagna informativa regionale,a formazione di 10 comitati sulle cause e le conseguenze dei conflitti, un ciclo di formazione dei comitati dipartimentali sulla gestione delle risorse naturali.
I beneficiari sono 1 comitato di azione regionale, 2 comitati d'azione dipartimentali e 8 comitati d'azione locali, per un totale di 100 individui; i gruppi agro-pastorali (gruppi agro-pastorali, federazioni di pastori e agricoltori), per un totale di almeno 2.000 individui (di cui almeno il 30% donne); le strutture comunitarie (10 comitati d'intesa locale).
Beneficiari indiretti di queste azioni possono essere calcolati sulla base del numero di individui appartenenti a tutte le famiglie di pastori sedentarie, semi-sedentarie e transumanti della regione del Sila, pari a circa 387.400 individui (dove circa il 52% sono donne).
Il progetto si è avvalso del coinvolgimento dei tecnici della Delegazione Regionale per lo sviluppo rurale del Sila del Ministero dell’Allevamento, il servizio tecnico responsabile del settore zootecnico. Un agente tecnico regionale (ATR) della Delegazione è stato in particolare affidato alla supervisione delle attività di progetto, in qualità di rappresentante statale.
Il progetto si è svolto da maggio 2019 a giugno 2020