Hana vive in un piccolo villaggio al confine con il parco dell’Upemba
Abita con il marito e i suoi 5 bambini in una casa di mattoni di fango che dista una dozzina di chilometri da Mitwaba, la città più vicina.
Andare al mercato per procurarsi del cibo significa percorrere a piedi sentieri sconnessi: la zona del Parco dell’Upemba, come la maggior parte delle regioni del Congo, da oltre 20 anni è stata teatro di scontri armati tra le varie fazioni che hanno distrutto le infrastrutture e isolato le famiglie, ora costrette ad arrangiarsi in qualche modo per procurarsi il cibo per sopravvivere.
“Non potevo continuare a dare da mangiare solo foufou *(polenta fatta con farina di manioca o di mais) ai miei figli, ho già rischiato di perdere Hado che a due anni pesava come un bimbo di 5 e non cresceva. Così mio marito, insieme agli uomini delle altre famiglie che abitano vicino a noi, di tanto in tanto si recava nel parco qui vicino per cacciare gli animali” racconta Hana.
“Sappiamo che è vietato ed è pericoloso, ci hanno detto che gli animali del parco sono specie protette e le guardie possono prenderti ed arrestarti ma fino a poco fa non avevamo alternative. Ultimamente sono arrivate diverse organizzazioni umanitarie che ci hanno aiutato portandoci cibo e curando i nostri bambini.
Quando ho incontrato COOPI mi è stato chiesto di cosa avevo bisogno e insieme abbiamo capito che anziché darmi cibi come la farina l’olio o lo zucchero era meglio se mi avessero dato degli animali. Dei polli da allevare possono essere utili non solo per avere a disposizione la carne da mangiare ma anche per venderla” continua Hana
Abbiamo donato ad Hana e a suo marito 12 galline e 2 galli. Li hanno fatti riprodurre e da qualche settimana Hana ha un banchetto al mercato dove vende non solo la carne di pollo ma anche le pietanze che prepara lei stessa. Con quello che guadagna compra la verdura, la frutta e i cereali che le servono per assicurare dei pasti completi ai suoi bambini.
Nel territorio di Mitwaba, intorno al parco dell’Upemba, oltre 315.000 persone vivono una grave crisi alimentare e non hanno altra scelta che sfruttare le risorse del vicino Parco Nazionale dell’Upemba per trovare qualcosa da mangiare ricorrendo al bracconaggio, alla pesca di frodo e alla raccolta di verdure selvatiche, alterando gli equilibri della flora e della fauna
L’obiettivo di COOPI Suisse è garantire a 190 famiglie i mezzi di sussistenza e nello stesso tempo di proteggere l’ecosistema naturale del Parco. In tutto sono 1.140 gli uomini, donne e bambini appartenenti alle famiglie beneficiarie che godono del nostro supporto. Forniamo alle famiglie animali di piccola taglia e sementi affinché possano avviare attività agricole e pastorali utili non solo per rispondere al proprio fabbisogno alimentare ma anche per avviare attività generatrici di reddito.