Leonie Hipkins è tornata da qualche giorno dal Sudan, dove ha trascorso un mese per monitorare il progetto di riabilitazione di un hafir (lago) e di costruzione di un secondo hafir realizzati grazie ai donatori COOPI Suisse e alle AIL.
Ci racconta: “La parte migliore del mio viaggio in Sudan è stata senza dubbio visitare i progetti, i cantieri e soprattutto le persone che hanno potuto beneficiare dal lavoro di COOPI Suisse. Queste visite non consistevano solo nell'osservare l'avanzamento dei progetti finanziati da Coopi Suisse e di quelli previsti nel programma della rete COOPI, un vivaio, un punto d'acqua a energia solare, o altre attività ancora, ma volevano comprendere cosa la popolazione percepisse degli interventi: ha tratto beneficio o vi sono stati addirittura effetti collaterali indesiderati? Chi trarrà beneficio da questi interventi a lungo termine?
Per rispondere a questi questiti, influenzata dalla mia formazione di psicologa sociale e culturale assistevo i miei colleghi che lavorano in loco durante gli incontri con i beneficiari.
Una mattina abbiamo condotto una discussione con i membri di un’associazione nata per raccogliere i risparmi di denaro dei partecipanti, in modo da sostenersi reciprocamente concedendo prestiti a chi ne avesse bisogno durante i periodi più difficili (VSLA – Village Saving and Loan Association), un sistema semplice ma con un risultato potente. Tra i membri dell’associazioni vi erano anche diversi pastori.
Grazie alla possibilità di prendere in prestito denaro, alcune donne raccontavano come erano state in grado di acquistare il materiale per realizzare cappelli e borse che avevano poi venduto sul mercato.
Durante queste sessioni i locali condividevano i loro dubbi e idee, nonché i suggerimenti per il futuro. Questo è ciò che immaginavo essere la cooperazione allo sviluppo: raggiungere una comprensione reciproca della situazione e trovare una soluzione culturalmente appropriata ai bisogni e ai desideri delle persone.
Torno a casa consapevole della quantità di lavoro che c’è ancora da fare, ma felice di sapere che le persone bisognose di ieri saranno in una situazione migliore domani”.